La vita nuova inizia con una parola che entra nel nostro cuore. E poi che cosa succede? Ritorniamo alla donna sanguinante del vangelo. Aveva udito di Gesù, entra nella folla per poter toccare il suo mantello. Perché lo fa? Il vangelo ce lo dice: “Diceva infatti: se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata” (Mc 5,28). Il verbo all’imperfetto vuol dire che “continuava a ripeterlo”. E passa dall’udito al tatto. Ci indica un percorso: dall’orecchio alla mano. Ritorniamo alla tradizione spirituale usata dai cristiani per capire e seguire questa via. Partiamo dal negativo, cioè da come una parola di menzogna divenga una vita sbagliata. Ecco lo schema: si parte dall’input che si chiama “suggestione”, sulla quale non possiamo farci nulla se non lasciarla cadere invece di ragionarci su. Ma se ci ragioniamo su entriamo nella fase del “colloquio”: ci ripensiamo e continuiamo a tenere in testa quella suggestione. Da qui si passa alla terza fase che è la tortura del “combattimento”. Da qui può succedere che la luce che è in noi perde la centralità e il pensiero nero prende il sopravvento: si cade nel “consenso”. Il cuore, una volta che ha ceduto e si è convinto di quel pensiero, inizia a correre nella direzione indicata dalla suggestione e dà inizio alla “passione”. Questi cinque passi “suggestione, colloquio, combattimento, consenso e passione”, che realizzano il peccato nella sua concretezza, sono la brutta copia della via della redenzione. Come funziona? A domani!