4 Novembre 2020
Il cattivo pensiero dell’accidia
Deriva dal greco akèdia. Non è la semplice pigrizia, ma qualcosa di più. E’ uno stato generale di disgusto, di stanchezza, di disinteresse. Possiamo identificarla meglio come “tiepidezza”. Il salmo 90, 6 la definisce “demone di mezzogiorno”. E’ quello stato che, nella vita dei monaci, scandita tra “ora et labora”, li prende a metà giornata, quando passa la voglia e l’entusiasmo di lavorare, anche perché, alzandosi presto al mattino, già a mezzogiorno si sente la stanchezza. C’è, in modo figurato, un “mezzogiorno della vita”, quando viene meno l’ardore giovanile. E’ una situazione molto pericolosa perché, non avendo tanta voglia di resistere, si cade facilmente nei tranelli alternativi ed allettanti del demonio. Se i greci usano il termine “accidia”, gli autori latini la chiamano “pigrizia spirituale”. Sono tante le sue manifestazioni: paura esagerata degli ostacoli che si possono incontrare; avversione a tutto ciò che costa fatica; negligenza nell’osservare i comandamenti, l’ordine, le regole; instabilità nel bene, nel mantenere i propositi; debolezza di fronte alle tentazioni; avversione verso coloro che sono zelanti, osservanti e diligenti; perdita di tempo prezioso; licenziosità concessa ai sensi; curiosità, piacere di divertirsi senza discernimento tra bene e male (ci si lascia andare); negligenza nello svolgere i principali doveri del proprio stato; la dimenticanza del fine ultimo della vita; trascuranza delle motivazioni religiose nell’agire.