14 Ottobre 2020
Il combattimento spirituale > ascesi
Si può stare tranquilli quando si riesce a bloccare la prima suggestione con quel “no” che abbiamo imparato da Gesù? Dice San Paolo: “Chi sta in piedi, guardi di non cadere” (1Cor 10,12). Ci sono momenti o tempi più lunghi di tranquillità, ma non bisogna abbassare la guardia. Il nemico concede una tregua, ma poi ritorna a tentare e lo fa con astuzia, facendo credere di esser ormai al sicuro dalle sue insidie. Cosa fare allora? Prima di tutto: non illudersi. Purtroppo le suggestioni cattive ci sono e ci saranno sempre. Secondo: continuare l’allenamento per il discernimento e per il combattimento. Bisogna continuare a “rispondere” prontamente: “non voglio”, “non mi interessa”. E’ il combattimento spirituale che diventa un esercizio quotidiano. Si chiama “ascesi”, capacità di scoprire l’insidia e combatterla prontamente. Facendo così si fa esperienza della libertà vera e dell’accoglienza della forza soprannaturale: non sei solo a combattere. Hai la forza dello Spirito Santo! In questo dinamismo è fondamentale l’attenzione ai turbamenti che vengono da fuori e che s’infiltrano. Un buon esercizio è l’esame di coscienza quotidiano, a sera, prima di addormentarsi. Per avere il termometro dell’attenzione pensa alla preghiera come elevazione della mente a Dio. Non esiste preghiera vera e profonda senza “attenzione”. Attenzione e preghiera sono strettamente connesse. Nella liturgia bizantina, prima di un momento importante, il diacono ammonisce: “state attenti!”.