21 Novembre 2020 Incontrare Dio nella profondità del proprio io
Un teologo russo così scrive: “Se la religione è una relazione personale con Dio, allora il contatto con la divinità non è possibile che nella profondità del mio “io”, nella profondità del cuore, perché Dio, come dice Pascal, è sensibile al cuore”. Nella società tecnologica ci siamo abituati a pensare che tutto ciò che succede abbia una causa esterna, ogni movimento abbia impulso da un’altra forza. E’ come se tutto quello che siamo, conosciamo e sappiamo sia il frutto di un qualcosa che altri o fatti esterni a noi hanno inciso dentro di noi. Così pensando l’uomo si è abituato ad ascoltare solo gli altri, senza prestare più attenzione alle ispirazioni interiori, che vengono dallo Spirito. Se non facciamo fatica a riconoscere agli artisti il privilegio di avere delle “ispirazioni”, perché anche nella vita spirituale ognuno non può essere “artista” e comporre la propria vita alla scuola dell’Artista supremo? Non dimentichiamo che la realtà non è solo quella che si vede con gli occhi e si tocca con le mani. E’ realtà anche il pensiero, il sentimento, l’ispirazione profonda, la fantasia, l’intuizione immediata. Non dimentichiamo che ogni persona è un mistero di pienezza corporea, intellettiva e spirituale. E’ la meraviglia dell’universo!