Chiesa Madre di Diamante

Domenica 12 luglio

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La Parola della domenica: XV del tempo ordinario (Anno A)

Dal vangelo secondo Matteo 13,1-9

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Riflessione

Gesù parla alla folla e ci sono anche i discepoli. Parla in parabole. La folla non comprende. I discepoli chiedono spiegazione sul senso della parabola. Primo insegnamento: passare dalla situazione di “folla” a quella di “persone che ascoltano”, che sono interessate a Colui che parla, si fidano di Lui, anche quando non comprendono subito la sua parola. Si tratta di stabilire un rapporto personale con Lui. Egli ama tutti, ma portare “frutto” dipende dalla nostra apertura del cuore. Secondo insegnamento: la centralità della Parola nella vita di chi ascolta. Il seminatore semina su tutti i terreni. E’ uno stesso seme, è lo stesso amore del Padre, è la stessa grazia che viene elargita. I frutti sono diversi. Perché? Dipende da chi ascolta. La folla ascolta, ma non comprende; i discepoli ascoltano e chiedono spiegazione. La differenza sta nel valore che dai a chi ti sta parlando. Sta nel cuore. Quanto conta per me Colui che mi sta parlando? Se conta tanto, stabilisco un rapporto di intimità con Lui, non vado dietro alla mia intelligenza, ma mi faccio spiegare da Lui. Terzo insegnamento: noi siamo i vari tipi di terreno. Il seme che cade sulla strada è colui che non comprende la parola. Dio mi può dire cose che non comprendo. Se Lo amo so accogliere ciò che non comprendo: è assolutamente necessario. Mi fido di Lui. Dio mi dice sempre qualcosa di alto, per portarmi sulla sua strada e non lasciarmi sulla mia. E’ fondamentale seguire le sue indicazioni. Il seme che cade sulle pietre e germoglia subito riguarda coloro che accolgono la parola, si entusiasmano, ma poi quando arriva la persecuzione subito si tirano indietro. Non hanno radici! Come si suol dire: fuoco di paglia! La parola non dice ciò che piace a me, proclama la verità di Dio. Il seme che cade fra le spine significa che Dio mi può dire qualcosa su cui mi chiede di fare delle scelte. Non posso seguire la via del grano e contemporaneamente quella delle spine. Dio non mi vuole lasciare nello stato di prima. Vuole che mi decida. Se Dio mi toglie fuori dalla situazione in cui mi trovo devo poter rispondere “sì” a Lui ed allora il frutto verrà; di più o di meno, dipenderà dall’accoglienza e dalla cura che darò al seme. Sarò terreno buono!

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