22 febbraio 2021 > 6° giorno di Quaresima
Dalla crocifissione alla morte di Gesù. Egli morì sulla croce. Durante la santa messa diciamo: “Annunciamo la tua morte, Signore”. Come si fa ad annunciare una morte? Che ci può essere di bello in questo annuncio? C’è di bello il valore che acquista ogni uomo per il quale questa morte è stata offerta. Quanto vale ognuno di noi per Dio? Vale il sangue di Cristo. Ecco cosa scrive san Pietro: “Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia” (1Pt 1,18-18). Gesù ha pensato che valeva la pena di morire per ciascuno di noi. Egli lo sposo fedele che non si stufa e non molla ciascuno di noi, nonostante i nostri errori. Viene affermato chiaramente nel vangelo di Giovanni: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio infatti non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Gv 3,16-17). Tutto è accaduto sulla croce, sulla quale Gesù si è lasciato crocifiggere le mani, la testa ed il cuore, dove, prima della vita, gli venne tolto tutto: diritti, onore, dignità, vestiti. Prima di morire c’era con Lui sua Madre e Lui l’ha regalata. Aveva il fiato, lo spirito e l’ha regalato. E con questo: “tutto è compiuto”. Dalla croce, dopo la sua morte, continuò a regalare ciò che ancora gli rimaneva nel corpo, cioè “sangue ed acqua”. Ma chi siamo noi per essere amati fino a tale punto? Quanto valiamo per Dio perché Egli pensi che sia giusto fare tutto questo per noi? Allora: da dove vengono le nostre paure, le nostre angosce, le nostre strategie aggressive? Non è forse dal fatto che non pensiamo profondamente e non ricordiamo chi siamo noi per il Signore?