6 aprile 2021
Davanti al Signore ricordiamo le guarigioni ricevute. Fanno parte della nostra storia. C’è sempre una narrazione da fare. Ma davanti a Lui non ci si lamenta, bensì si ringrazia e si glorifica il suo nome. Se siamo stati male e poi qualcosa di bello e di buono è arrivato in noi, la dobbiamo gustare davanti a Chi ci ha dato la “grazia”. Nella luce si entra dopo aver fatto esperienza di tenebra. Ecco allora la narrazione: ero così e adesso sto meglio, sono nella luce; ero nella menzogna ed ora sono nella verità; ero nella paura ed ora sono nella fiducia. E tutto questo è avvenuto grazie a Dio dal quale mi sono lasciato toccare perché mi sono fatto avanti, seppure con timore. Qualsiasi cosa bella sia successo in me, piccola o grande, è importante dirla davanti a Lui e ringraziarlo. Così come ha fatto la donna del racconto evangelico. Spesso la gratitudine viene da chi non ha nulla, ma ha apprezzato quel segno dell’amore di Dio che arriva grazie a qualcosa o a qualcuno che agisce in suo nome. Succede anche che chi ha molto in cose, in beni, in agiatezza pensa che non ci sia nulla per cui ringraziare. Il risultato? Non tanto la gioia, ma la noia e la disperazione!