14 giugno 2021
Se una prima parola per cambiare il mondo si chiama coraggio, cioè agire col cuore, una seconda parola da affiancare è “umiltà”. Chi è umile è pronto e disposto ad imparare dagli altri, ma nello stesso tempo, non si tira indietro e si mette a disposizione del prossimo. Umiltà deriva da humus, cioè quella sostanza che rende fertile la terra. Un campo arato è pronto, preparato per ricevere dei semi che diventeranno frutto. Il terreno umido produce. Chi è umile non si chiude, non si isola, non pensa di bastare a se stesso; si apre alla varietà di semi, di verità, di sentimenti puri, di amore che circola nelle relazioni vere. A sua volta non tiene per sé, non è avaro delle bellezze che ha ricevuto come dono e che coltiva nel proprio cuore e nella propria mente. Diventa capace di comunicazione e di condivisione. L’umile non fa chiasso, non si mette in evidenza, ma nello stesso tempo profuma e illumina di sé, della sua bellezza tutto ciò che tocca, che tratta, che vive. La sua presenza, continua, silenziosa e discreta, diventa incisiva e fondamentale. E’ come l’aria. La rispiri senza pensare che la stai respirando, ma ti rendi conto di quanto sia essenziale, quando manca.