Chicchi aromatici di bellezza
Grazie per le vostre numerose “gocce” di bellezza che ne arricchisce la scoperta e la rilancia. Per qualche giorno riporto quanto mi avete scritto, cercando di seguire un certo filo…non sempre logico, ma interessante.
Ecco alcune gocce raccolte in due ampolle preziose che chiamerei 1)la prima “ boccia dell’affetto familiare”: La bellezza si coglie nelle cose, ma anche fatti, semplici. La semplicità fa il paio con la bellezza. Esempio: godere della compagnia delle mie nipotine; accogliere lo sguardo dolce di un figlio quando torna da scuola ed ha fretta di raccontare la sua giornata scolastica con le sue interrogazioni ed i suoi momenti no; il sorriso di un ammalato speranzoso di ricevere le giuste cure e la luce della speranza che tutto possa risolversi nel migliore dei modi; sentire la telefonata di una nonna anziana che si preoccupa di te anche se sei grande. Insomma bellezza è sentirsi uniti nella quotidianità.
2) La seconda la chiamerei “la boccia della cura”: La bellezza che sto vivendo in questo momento è racchiusa tutta nell’afflato familiare, nel motivo che ci ha riportato qui: la speranza di poter dare a nostra figlia, dopo l’anno perso per il Covid, l’opportunità di poter completare tesi e tirocinio. In questa convivenza forzata, dettata da spazi ristretti, riscopro l’essenza vera di alcune cose e della “cura” che non deve mai mancare. E ancora: quando i nostri figli erano piccoli, tanti anni fa, portammo con noi al Metropolis una ragazza che viveva dalle Suore e vidi lo stupore e la felicità di questa ragazza. Non è facile dirla a parole: era grandiosa! E’ bellezza stare con i figli e con gli amici. E’ bellezza parlare con qualcuno che ha bisogno di essere ascoltato. Tutto ciò che fa comunione è bellezza! Bellezza è tutto ciò che riusciamo a fare con le nostre buone azioni e propositi…questo ci rende belli anche fuori. E’ bellezza sentirsi dire: “grazie figlia per avermi aiutata ad attraversare la strada…” stamattina dal fruttivendolo
Da storia del caffè di Giuliana Rotondi: “Nel 1902, a Milano, nacque invece l’espresso, grazie all’invenzione dell’ingegner Luigi Bezzera: una macchina che sfruttava l’alta pressione per filtrare il macinato. Nella moka, infine, messa a punto dall’imprenditore Alfonso Bialetti nel 1933, l’acqua portata a ebollizione sale dal basso”