11 giugno 2021
Papa Francesco continua: “Ci è richiesto il coraggio per lottare, non necessariamente per vincere; per annunciare, non necessariamente per convertire. Ci è richiesto il coraggio per essere alternativi al mondo, senza però mai diventare polemici o aggressivi”. Diventa chiaro da queste parole come sia importante seguire lo stile di Gesù. La sua è la proposta della salvezza da accogliere, non da imporre. La difficoltà che stiamo vivendo oggi come cristiani è quella dell’adagiamento e della rinuncia a vivere e proporre il vangelo. Spesso cadiamo in quello che viene chiamata “religiosità generica”. La fede cristiana ha un’identità ben precisa. Non si può annacquare e confonderla con altre proposte che sanno di sincretismo religioso. Per noi si tratta d’ incontro vero e reale con Gesù che salva dentro una storia di appartenenza alla sua Chiesa. La fede cristiana appunto è “altro” da quello che dice il mondo, pur dialogando col mondo, pur accogliendo e trattando tutti come “fratelli”. Il nostro è il tempo del coraggio della testimonianza. Riporto una frase emblematica ed incisiva del giudice il beato Rosario Livatino: “Quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti ma credibili”. Nel coraggio della testimonianza ci sta tutta la nostra fragilità umana, ma non si gira mai la faccia alla verità, non la si baratta e non la si compromette mai con la menzogna o con aggiustamenti che tradiscono il vangelo. San Paolo stesso afferma: “vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! (Gal 1,7b-8)