Chiesa Madre di Diamante

Il passaggio alla vita

5 dicembre 2020

Mentre Gesù parla con Giàiro per la figlia gravemente ammalata, entra in scena la donna adulta, la quale tocca il mantello del Signore. Il testo parla della perdita di sangue di questa donna. E’ da dodici in anni in cura presso i medici, senza alcun risultato positivo. Più tardi, dopo che Gesù riporta in vita la bambina, viene sottolineato il fatto che ella aveva dodici anni. Infatti si alza e può camminare da sola, visto che ha dodici anni.

Ci si ferma un po’ sull’età dei dodici anni. Per i maschi significava il passaggio all’età adulta; per le femmine era il periodo delicato ed importante del ciclo mestruale. Nello stesso racconto evangelico c’è un gioco di termini. All’inizio il padre l’ha chiamata “figlioletta”, per dire che ancora era una bambina; poi quando i messaggeri annunziano al padre che è morta, la chiamano semplicemente “figlia”. Anche Gesù, quando arriva a casa di Giàiro la chiama “bambina”, per significare un’età prima della pubertà. E viene chiamata così anche quando Gesù la prende per mano. Ma subito dopo, al momento che le parla direttamente dopo averle afferrata la mano la chiama “talità”, termine aramaico che in greco si traduce con “fanciulla. E’ bambina nel momento in cui ha bisogno di essere salvata perché morta; è fanciulla subito dopo la risurrezione. Che cosa vuol dire? E’ risorta sì, ma è cambiata anche fisiologicamente. Comprendiamo quindi che il messaggio va oltre la guarigione fisica. C’è qualcosa di più grande. Ci serve ancora qualche approfondimento per capire e mettere in collegamento le storie delle due donne.

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