5 gennaio 2021
Soffermiamoci sulle cattive paure, quelle che fanno male. La loro logica ed il loro contenuto si presenta come convinzione. Come lavora una convinzione nelle cattive paure? Nella Bibbia la troviamo spiegata nel capitolo 3 del libro della Genesi. Quando Dio cerca Adamo che si è nascosto, dopo aver mangiato insieme ad Eva del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, il testo racconta della paura: “ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto”. E’ il risultato finale di un processo che passa per un atto, la trasgressione, come conseguenza del dialogo della donna col serpente. Nel dialogo Eva viene ingannata. Di fronte ad un limite che Dio aveva posto, riceve dal demonio una lettura deviata di quel divieto. Le viene detta una menzogna che lei accoglie. Da lì il disastro e la paura che si radica nel cuore dell’uomo. Nel racconto ci sono tre passaggi da tener presente: 1) una menzogna per interpretare la realtà del limite, che Dio aveva posto per tutelare le sue creature; 2) l’interiorizzazione e l’accoglienza della menzogna espressa con concretezza (vedere, desiderare e mangiare dell’albero) per liberarsi da quel limite, percepito come ingiusto; 3) l’inizio della paura e della vergogna come situazione finale: si nascondono dallo sguardo di Dio.
Da quel momento l’esistenza viene vissuta con un pensiero deviato; in esso ricade la lettura di sé e della realtà che parte da una visione sbagliata di Dio che induce all’ambizione dell’uomo di essere “come Dio”. Questa visione produce malessere e però ci si affeziona perché viene percepita come protettiva ed invece di riconoscere le contraddizioni che ci sono dentro, viene difesa con forza.