Chiesa Madre di Diamante

Il sacrario della coscienza

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Nella sacralità della coscienza agiscono due soggetti: Tu e te stesso. E’ il dialogo tra tu che interroghi e te stesso che risponde. In questa presenza in dialogo c’è tutto un vissuto che emerge, che si presenta a volte chiaro, a volte offuscato, a volte dimenticato, ma che chiede di essere recuperato alla memoria. Nel dialogo è in gioco la verità. Tu falla venire fuori dal te stesso che a volte la vorrebbe nascondere oppure farla sembrare diversa da quella che veramente è. Non avere paura della verità, di ciò che senti, che provi: sentimenti, desideri, gioia, tristezza, rabbia. Deve poter venire fuori tutto, ma senza la tortura del “se” e del “ma”, bensì con la limpidezza del “sì” e del “no”. Le finestre che si aprono in questo dialogo dipingile in tre colori ben definiti: il verde del tutto chiaro a te stesso e di cui sei soddisfatto; il giallo dell’attesa dal confuso al chiaro; il rosso delle ferite che ancora sanguinano, ma che possono diventare cicatrici se le sai vedere con cuore di misericordia e le accetti come esperienza dolorosa, ma chi ti è servita e ti serve per un rilancio vitale. Questo dialogo non è mai banale. E’ sacro.

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