Chiesa Madre di Diamante

Il vangelo della domenica

II Domenica di Quaresima Mc 9, 1-9

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Riflessione

Nel cammino della nostra vita di conversione siamo stati raggiunti da manifestazioni luminose dell’amore di Dio per noi. E’ Luce che illumina il percorso, che dirada le tenebre, che attraversa il buio e indica un sentiero attraverso il quale superare la morte, lo scoraggiamento, i fallimenti e camminare spediti verso un oltre che è “il di più” di Dio. Obiettivo: superare la fragilità e il limite dell’umano nel quale il Padre ha impastato suo Figlio Gesù. Ognuno, in questo percorso quaresimale che ci porta alla Pasqua, faccia memoria della Luce celebrata e radicata nella propria esistenza di “trasfigurazione”. E’ quella battesimale che ha segnato il  passaggio dalla morte al peccato alla vita nuova in Cristo risorto: da creature a figli del Padre. E’ ancora il profumo dell’unzione crismale nella quale lo Spirito Santo è Luce che illumina, che riscalda, che scioglie e fonde, purifica e rinnova. E’ la Luce raggiante e calda dell’eucaristia che ci raggiunge come “memoriale” dell’offerta e del sacrificio di Cristo perché in Lui tutti, fratelli e sorelle, formiamo un solo corpo che è la chiesa del Signore. E’ quella scia luminosa della consacrazione sponsale o sacerdotale per dare direzione, forza, sostanza alle relazioni durature e feconde, ad immagine di Cristo sposo che ama la chiesa sua sposa. Oggi, nei sentieri bui e tortuosi delle sfide nella lotta tra il bene ed il male, quelle “Luci” ricevute, accolte, sperimentate e vissute, devono poter diventare “memoria” di una via di lotta, di uscita, di speranza e di sicura vittoria. Troviamoci ancora sul monte della Trasfigurazione per fissare il volto luminoso ed attraente di Gesù che ci chiede di scendere nelle pieghe di questo mondo e, con Lui, trasformare il fallimento in speranza, la morte in vita nuova.

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