19 Novembre 2020
Gli orientali sono maestri nella “preghiera del cuore”. E i santi occidentali? Leggiamo ciò che troviamo scritto nel Libro sugli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio di Loyola: “Solo Dio nostro può dare consolazione all’anima senza causa previa, perché è proprio del Creatore entrare, uscire e fare mozione in essa, elevandola interamente all’amore della sua divina grandezza. Dico senza causa, senza nessun precedente sentimento o conoscenza di un determinato oggetto…”. In sostanza è Dio che mette pensieri belli e santi nel cuore dell’uomo. Poi sta a noi, alla nostra capacità accoglierli e tradurli in atti concreti di vita secondo lo spirito. Di san Francesco di Assisi i biografi raccontano che spesso aveva intuizioni che venivano dalla presenza dello spirito di Dio in lui. Non se le lasciava sfuggire, bensì le accoglieva attentamente. Capitava di avere qualche “illuminazione” mentre camminava con gli altri. Egli lasciava che essi proseguissero e si soffermava ad ascoltare la voce interiore del Signore. Raccontano che in questi momenti metteva la mano sul cuore e “parlava con il Signore, rispondeva al suo giudice, supplicava suo Padre, conversava con l’Amico e la sua anima si compiaceva con il suo Sposo”.