Nel pellegrinaggio quaresimale misura la tua altezza e la tua profondità. A che altezza sei nell’arte del pensare, del parlare e dell’agire? A che profondità ti trovi nella capacità della comprensione della realtà? La vita, ogni giorno, ti mette in crisi: superficialità o profondità, strisciare o camminare con la schiena diritta? La superficialità ha il sapore del “lasciarsi andare e del lasciar perdere”. La logica della rassegnazione spesso viene espressa col gesto delle “spallucce”; quella della “schiena diritta” trova corrispondenza con la forza del “rimboccarsi le maniche”. Il sistema di misura della crescita in profondità e in altezza sta sempre nella positività e forza propositiva. Stasera, per andare a dormire serenamente, devi poter constatare che oggi sei stato vero, onesto, corretto, motivato e che hai continuato a scrivere o dipingere il capolavoro della tua esistenza. Se sei stato inerme, pigro, insensibile, volgare, strisciante, preoccupati e decidi di “crescere”.