Solennità di Cristo Re
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] 35il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Riflessione
Oggi è la festa di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. Al centro del Vangelo c’è la Croce. INRI (Gesù Nazareno Re dei Giudei) è la motivazione della condanna. Novità scandalosa: un Dio che presenta la sua regalità dal trono della Croce.
Qual è l’immaginario moderno, attuale, mondano della regalità? Un regno, dei sudditi, un trono, una corona, un potere economico, sociale e militare.
Mettiamovi davanti al crocifisso. Che cosa notiamo? Un re con le mani forate invece di uno scettro, in testa una corona di spine e non d’oro e, per trono, una croce! Verrebbe quasi da dire: “ma che razza di re ci siamo scelti?”. Attenzione! Non noi abbiamo scelto Lui. Al contrario è Lui che ci ha scelto e ci sceglie. Ed ha decisamente voluto seguire la via della croce. Anche se non ci piace questa via, questo è il nostro Re. Il simbolo del nostro essere cristiani è la croce. Gesù Re non sceglie il potere, le leggi e le armi per governare, ma l’amore. La croce è il segno che Dio è potente nell’amore.
Poniamo attenzione ad alcuni gesti di Gesù prima di salire sulla croce, quando è sulla croce e dopo la crocifissione.
Prima: lava i piedi ai suoi discepoli nel cenacolo; dà un boccone a chi lo stava per consegnare nelle mani dei suoi assassini. Sulla croce: non è lì per salvare se stesso, ma allarga le braccia perché vuole salvare tutti. Poi regala il paradiso ad uno dei due ladroni crocifissi insieme a Lui. Tutti gesti d’amore! E dopo la crocifissione, la morte e la sepoltura? Non una squallida fine con una lapide in ricordo. No, ma la vittoria sulla morte e sul male, che si chiama risurrezione.
Questo è il Dio che celebriamo oggi. Egli ci ha scelto e si propone a noi dandoci la possibilità di sceglierlo e di seguirlo o di rifiutarlo e dimenticarlo. Egli però continua a cercarci.
Per chi decide di seguirlo diventa il “Re in noi”. Anche la nostra vita dovrà esser “regale” = regalo, un dono d’amore!