Chiesa Madre di Diamante

La Parola della domenica

terza di avvento

II Domenica di Avvento (Anno B)

Dal Vangelo secondo Marco 1,1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 
E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

 Riflessione

Giovanni gridava nel deserto e molti lo udirono. Il deserto nella Bibbia è solitudine e luogo di passaggio. Vi si passa solo se costretti. È faticoso e ci si lamenta, come il popolo nell’Esodo. Qui si fa esperienza della Provvidenza e si viene educati a essere popolo di Dio.

L’Avvento è tempo favorevole per prepararsi ad accogliere il Signore che viene. La vita, impostata lontana da Dio, fa maturare la nostalgia del ritorno, il bisogno di felicità, di gioia. Solo Dio fa tornare la speranza ed il sorriso. La via di casa passa però per la steppa, ci si deve misurare con il vuoto.

Per tornare a Dio, per riprendere il posto giusto nella vita, bisogna partire dalla povertà, dal nulla. Non è per un caso che Giovanni battezzi nel punto più depresso della terra, -430 m sotto il livello del mare. Dal deserto, dal profondo, dal nulla. Si riparte da zero.

Il deserto ci insegna la consapevolezza del nostro vuoto. Nel deserto, nel silenzio, nei fallimenti, ci rendiamo conto della necessità di riconoscere i propri limiti, di essere ridimensionati. Spesso chi ci sta attorno, si aspetta che noi ammettiamo la nostra povertà…

Da questo punto di partenza, da questo zero, possiamo ascoltare l’invito di Isaia, ripreso poi da Giovanni il Battista: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”. Non siamo chiamati a preparare la nostra via, ma quella del Signore; a metterci nei suoi sentieri.

Ma qual è la via del Signore? Nel linguaggio biblico la sua via = la sua volontà.  Noi tutti siamo bravi a correggere i suoi sentieri, perché li vogliamo “secondo noi”. Manipoliamo, con molta abilità, le sue indicazioni.

Dopo aver accolto come nostri i “sentieri del Signore”, dopo che ci siamo messi, cioè, nella verità, dobbiamo aspettare il più forte.

Chi è “più forte”? Giovanni il Battista ci rimette nella verità. Ma non basta. Abbiamo bisogno che, una volta riconosciute le vie di Dio, ci sia qualcuno che ci dia la capacità di praticarle. 

Cristo è il più forte e battezza nello Spirito Santo, donando la vita nuova. Non basta la nostra buona volontà. Per vivere secondo il Regno dei cieli ci vuole lo Spirito Santo. Bisogna ricevere la vita dei figli di Dio, che solo Cristo può dare

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