V Domenica di Pasqua
Dal vangelo secondo Giovanni 15,1-8
1 «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
2 Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
3 Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.
4 Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
5 Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
6 Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
7 Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.
8 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Riflessione
Il senso di questa parola del vangelo è chiaro e, se ci si riflette, interessante, vero e salvifico per ciascuno di noi. Il vero problema è la nostra superbia e superficialità. Superbia perché spesso pensiamo di bastare a noi stessi, di farcela senza Dio. Perché scomodarlo, perché averlo come riferimento, perché entrare in comunione con Lui? Vogliamo essere noi la misura per noi stessi, la forza per il nostro esistere e per la felicità. Facilmente ci stacchiamo da Dio, da Gesù “vite” alla quale noi “tralci” siamo legati per il battesimo ricevuto. Capire e vivere questa relazione profonda dell’immagine vite – tralci, capire cioè che senza Gesù non possiamo essere liberi, vivi e capaci di portare frutti è la cosa più semplice, ma nello stesso tempo la più difficoltosa se non crediamo profondamente a questa Parola: ”senza di me, non potete far nulla”. A questo punto viene fuori tutta la nostra superficialità. La nostra, a ben pensarci, è una “fede” senza radici, senza profondità, senza crederci davvero. E’ superficialità, perché nel quotidiano, pur sapendo la via da seguire, quella cioè di restare uniti a Gesù – “vite”, scappiamo via da Lui, per la fretta, perché abbiamo altro da fare, perché pensiamo e crediamo di non aver bisogno di altro se non di noi stessi e delle cose. E Gesù continua ad indicarci la via della santità e della gioia: restare in Lui, portare molto frutto ed essere suoi discepoli.