Chiesa Madre di Diamante

La Parola della domenica

fiorivicolo

VIII domenica del Tempo Ordinari Anno C
Dal Vangelo secondo Luca 6,39-45

In quel tempo Gesù 39disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. 41Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come puoi dire al tuo fratello: «Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio», mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. 43Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. 44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. 45L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.


Riflessione

A “noi che ascoltiamo” Gesù indica il modo di essere e di vivere la comunità cristiana. Il tutto è espresso in 4 indicazioni ben precise: 1) avere una mente ed un cuore pieni di Luce per guidare ed accompagnare i fratelli di fede e illuminare il mondo. Questa Luce che fa vedere oltre i limiti dell’umano è Gesù; 2) nella verità e nella fedeltà alla Parola incarnata è necessario essere discepoli che imparano e diventano, a loro volta, maestri: è la logica della tradizione della fede operosa nella storia; 3) imparare la dinamica delle relazioni basate sulla potenza dell’amore che è Cristo. Passa necessariamente attraverso l’umiltà di una continua liberazione dalla “trave” del proprio peccato per far crescere i fratelli impediti dalla “pagliuzza” delle loro fragilità quotidiane (essere liberi dal male per liberare); 4) offrire la prova della fedeltà attraverso l’immagine dell’albero buono che produce frutti buoni. Come avviene? Attraverso la via della Parola creativa. Da un cuore colmo della “Parola fatta carne” fuoriesce la bellezza dell’amore che salva: sono i frutti buoni. Ogni albero buono non solo produce i frutti corrispondenti alla propria natura buona, ma è pronto a mettersi in gioco, donando i suoi frutti.

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