XI Domenica del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-20
In quel tempo, 13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Riflessione
E’ vangelo sulla conoscenza di Gesù. Chi è Gesù? Ni suoi confronti c’è un sapere storico- scientifico, un sapere logico – sapienziale – etico e c’è la conoscenza come incrocio di desiderio, rivelazione e incontro. Solo quest’ultimo movimento è profondo e cambia la vita. Di fronte alla realtà del suo vero essere (“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”), sei “costretto” a conoscere anche la tua realtà: E tu chi sei? “E io dico a te: tu sei Pietro….”
Chi è questo Gesù Cristo? Isaia parla del servo Eliakìm, nuovo Maggiordomo del palazzo al posto di Sebna. Sulla sua spalla, viene posta la chiave che apre e chiude.
E’ la chiave della croce che chiude con gli inferi ed apre col regno dei cieli.
Conoscere, incontrare, lasciarsi amare ed amare questo Messia della croce significa entrare nella piena comunione col Padre, entrare nella misericordia di Dio che chiude i conti col peccato ed apre ad un immenso tesoro di grazia che salva. E’ il Dio vivente in noi, nella storia. Non c’è fede senza vita!
Simon Pietro di fronte a Gesù riconosciuto come Messia, in risposta, riceve e comprende la sua identità di “Pietro”, luogo nel quale si costruisce la chiesa e di cui custodisce le chiavi per aprir e chiudere.
La chiave della croce di Cristo è la chiave che chiude il male ed apre al regno dei cieli, realtà infinitamente più grande di quanto possiamo immaginare. E’ chiave che chiude all’indifferenza, all’individualismo ed apre ai legami di fede, ai legami battesimali che creano la nuova fraternità, che supera il tempo e lo spazio. E’ la vita della chiesa in cammino verso la Gerusalemme celeste!