V Domenica di Pasqua
Dal vangelo secondo Giovanni 13, 31-33a. 34-35
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Riflessione
Giuda e Gesù: il tradimento e l’amore. Noi e Gesù: i nostri limiti, il nostro peccato e l’amore. Sono le due realtà contrastanti che s’incontrano. Se il peccato non si lascia attraversare dall’amore, accade la tristezza, la solitudine e la morte. Se invece si lascia raggiungere dall’amore di Dio, avviene il miracolo della gioia. Chi segue Gesù entra nel suo amore e diventa eco dell’amore ricevuto. Pertanto saremo noi capaci di amare con la sola nostra volontà? No, di certo! Se ci arrendiamo all’amore di Gesù, entriamo nel comandamento nuovo: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”! E’ lui che ci rende capaci di fare della nostra vita una storia di amore. Dove c’è amore c’è risurrezione. L’amore infatti vince la morte. Dove c’è il paradiso, cioè la presenza e la forza di Dio dentro di noi, non può entrare l’inferno. Dove ancora incontriamo Gesù risorto? Il segno distintivo, chiaro che siamo discepoli di Gesù, testimoni della sua risurrezione, sta nell’essere costantemente irradiazione del suo amore, capaci di “amarci gli uni gli altri come Lui ha amato noi”