Ascensione 2022 Dal Vangelo secondo Luca 24, 46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
La solennità dell’Ascensione ci fa contemplare il trittico di Gesù innalzato sulla croce e immolato perché l’uomo potesse tornare a “vivere in Dio”, di Gesù Risorto che dà gloria e potenza alla fragilità del corpo e, conseguentemente, di Gesù che ascende nella comunione col Padre, elevando a quella dignità il corpo trasfigurato. In tutte e tre le dimensioni troviamo rilevante la corporeità nella quale il Figlio di Dio si è incarnato, ha redento ed ha innalzato fino al cielo la nostra umanità. In altre parole: sulla croce c’è Gesù che si offre con la nostra umanità, nella sua risurrezione la nostra umanità è redenta e glorificata, nella sua ascensione entra nella comunione celeste con il Padre. Questa è storia di salvezza già avvenuta nel Cristo Uomo – Dio, ma che nel tempo continua a succedere nella storia della chiesa, corpo mistico di Cristo: l’umanità unita alla divinità continua ad offrirsi sull’altare domenicale e sugli altari delle sofferenze e delle fatiche di testimonianza dei credenti nel “qui ed ora” della storia, per essere evento di risurrezione e cammino verso la gloria nella gioia del paradiso, in Dio.