Solennità di Natale
Dal Vangelo secondo Luca 2,9-12:
Un angelo del Signore si presentò davanti ai pastori che vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».
I Vangeli di Natale ci accompagnano dalla notte, all’aurora fino al pieno giorno. Ci sono tre sguardi diversi sulla stessa scena. Nella messa della notte c’è lo sguardo cieco di Cesare Augusto che ordina un censimento su tutta la terra per contare i cittadini del suo impero. All’Imperatore interessano i numeri senza badare ai volti. Perdersi dietro a calcoli e conti significa trascurare il meglio ed il bello della vita: le persone, gli affetti, l’amore, la felicità, le relazioni vere insomma-
Alla messa dell’aurora c’è lo Sguardo dei pastori. Svegliati nel cuore della notte dall’annuncio dell’angelo all’albeggiare “vanno senza indugio” a Betlemme e trovano “il segno nella mangiatoia”: il bambino Gesù. Solo semplici e credono agli angeli; abituati a camminare e spostarsi per trovare l’erba per il gregge, ora camminano per trovare Gesù, cibo per la loro e la nostra salvezza. Diventano i primi missionari di Gesù: ne danno la notizia in tutta la regione. I superbi sorridono alle storie degli angeli, a loro piace credere ai ragionamenti. Le persone “ultime” e semplici credono ai fatti, anche quando non ne sanno dare una spiegazione.
Alla messa del pieno giorno c’è lo sguardo così “intelligente” del prologo del Vangelo di Giovanni. E’ lo sguardo di chi, con il dono dell’intelletto,riesce ad intuire che dietro a quel bambino c’è “il Verbo fatto carne”. E’ la Parola, la Sapienza fatta bambino in una mangiatoia, Luce e Pane alla portata di tutti.
Questo bambino, nato, vissuto, morto e risorto nella storia del popolo d’Israele continua ad essere oggi “pellegrino d’amore”. Continua a donare “amore” a tutti. Accoglilo! Alla sua Luce vedi la luce, cioè sai dove dirigere la mente, il cuore, le mani ed i piedi per costruire Verità, Pace e Gioia. La tua risposta al suo amore è la gratitudine. Questo bambino chiede alloggio in te, chiede di crescere in te, chiede di parlare ed agire attraverso di te. Puoi essere come Maria e Giuseppe o come Erode. I primi lo custodiscono e lo fanno crescere; il secondo lo vuole uccidere. Deciditi! Anche oggi c’è da fare una scelta, c’è da schierarsi. Farlo vivere e crescere oppure ucciderlo. Se non lo salvi, l’Erode di turno lo ucciderà. Sicuramente rifiuti di essere come Erode. Attento però, perché Erode può essere nascosto in un tuo pensiero fisso, in una tua rabbia che non vuoi mollare, in una tua ostinata disperazione a cui hai fatto l’abitudine, in un’emozione che ha sempre il retrogusto dell’angoscia. Disarma Erode, e difendi il bambino. Salva la vita a Dio, e Dio salverà la tua vita. Auguri per una vita nuova grazie a Gesù che lo accogli in te!