Chiesa Madre di Diamante

La Parola della domenica

Battesimo di Leonardo

II Domenica del Tempo Ordinario Anno A

Dal Vangelo secondo Giovanni 1,29-34

²⁹In quel tempo Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! ³⁰Egli è colui del quale ho detto: «Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me». ³¹Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». ³²Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. ³³Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: «Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo». ³⁴E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

In questo brano c’è un dettaglio importante. Giovanni Battista parlando di Gesù afferma per due volte: “Io non lo conoscevo”. Una volta incontrato Gesù lo si conosce e lo si impara frequentandolo in un cammino verso il Mistero da “ri – conoscere”, accogliere ed amare. Chi ci aiuta ad entrare in contatto per comprenderne tutto i il valore salvifico?  L’indicazione ci viene data ael Battista quando afferma: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui”. Lo Spirito Santo discende in Gesù e rimane su di lui. Lo accompagna per tutta la sua vicenda d’incarnazione, di morte e di risurrezione nella quale come “Servo di Jhawè – Agnello di Dio” porta su di sé il peccato del mondo.  Anche noi, grazie a Lui, attraverso il “battesimo nello spirito”, siamo diventati figli di Dio. A questo punto possiamo fermarci ed accontentarci di un’infarinatura di “dottrina” oppure ci crediamo che Gesù è vangelo nel quale entriamo grazie allo Spirito che “rimane in noi”. Egli ci insegna l’identità della persona di Gesù. Ce lo fa ri-conoscere. Ci chiede di fare la scelta fondamentale della vita a tal punto da dire con San Paolo: “in lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo”. Gli amici, le persone che incontriamo sentono e vedono in noi i “lineamento di Gesù”? Se sì, diventiamo “epifania” della sua incarnazione, morte e resurrezione. E’ nostro contemporaneo! Sta tutta qui la nostra identità cristiana: figli di Dio in cammino che, continuando ad imparare Gesù, lo rivelano e lo manifestano. Come? Vivendo grazie a Lui, con Lui, per Lui.

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