12 novembre 2020
Metodo fisico della preghiera incessante del “Pellegrino russo”
Nel 1881 in Russia vengono pubblicati quattro racconti nei quali un devoto pellegrino narra la sua ricerca per acquisire il dono della preghiera incessante. Lo ottiene ripetendo senza fermarsi la Preghiera di Gesù. Che cos’è? Il riferimento è alla 1 Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi 5,16-18: “State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie”. Come fare per pregare incessantemente? Il pellegrino incontra uno starets, un padre spirituale, esperto nella cosiddetta “Preghiera di Gesù”. Costui gli ordina di recitare tremila giaculatorie al giorno per acquistare l’abitudine di recitare la preghiera di Gesù con la bocca. Voleva fargli acquisire l’abitudine spontanea prima di tutto esterna, fatta cioè col movimento delle labbra. Successivamente gli ordinò di recitala per seimila volte al giorno. Fece fatica a riuscirci, ma si allenò a tal punto da passare dalla veglia al sonno. Le labbra si muovevano anche mentre dormiva. Il pellegrino ne fu soddisfatto e credeva di aver raggiunto lo scopo: pregare senza interruzione. Ma fece un altro passo. Per nascondere il fatto di pregare in presenza degli altri, smise di muovere le labbra e pregò muovendo solo la lingua. Ma non bastava. La preghiera doveva arrivare allo stadio in cui l’invocazione di Gesù si sarebbe unita al battito del cuore. Ecco come egli stesso insegnò il metodo ad un cieco: “Immagina il tuo cuore, volgi gli occhi come se tu guardassi attraverso il petto così vivacemente come puoi, ed ascolta con l’orecchio teso come esso batta un colpo dopo l’altro. Quando ti sarai abituato, cerca di adattare, ad ogni battito del cuore, senza perderlo di vista, le parole della preghiera. Ossia, al primo battito dirai o penserai: “Signore”, col secondo “Gesù”, col terzo “Cristo”, col quarto “abbi pierà”, col quinto “di me”, e ripetilo molte volte”. Così facendo, la preghiera, legata al battito del cuore, è inseparabile dalla vita stessa. Egli la capì così e la visse così.