Chiesa Madre di Diamante

L’estate di San Martino

11 Novembre 2020

Domanda: ma il corpo è solo luogo nel quale le tentazioni, se accolte con la mente e deliberate dalla volontà, concretizzano il peccato?  Non può essere valorizzato per stabilire un’armonia con l’anima per l’elevazione dello spirito in dialogo con Dio, con se stessi, col prossimo e con le realtà create? Oggi molti cercano esperienze esoteriche nelle quali la posizione, i movimenti del corpo diventano veicolo di pace, di calma e tranquillità. Una di queste pratiche è lo yoga. Come ci poniamo noi cristiani di fronte a queste pratiche ed, in particolare, riguardo allo yoga?

La Sacra Congregazione per la fede avverte circa i pericoli che sono legati ad esso. All’esercizio dello yoga infatti sono legate delle teorie che contraddicono l’insegnamento cristiano. Pertanto bisogna stare attenti, fare molto discernimento ed evitare quel misto di sincretismo pericoloso.  Quando però gli esercizi fisici sono praticati solo come tecnica ginnica usata per trovare una sorte di equilibrio con se stessi e con la natura, non vanno demonizzati. Se c’è armonia tra corpo e anima anche la preghiera ne trae vantaggio in termini di concentrazione e di profondità. Infatti quando uno prega intensamente, se ci sono atteggiamenti e posizioni sbagliate del corpo, questi inducono stanchezza e nevrosi. Che fare praticamente? E’ necessario recuperare una certa armonia e misura tra corpo ed anima per l’elevazione spirituale. Incontriamo nella storia della spiritualità orientale due posizioni, quella dei monaci del Monte Athos e quella degli esicasti. Mentre gli antichi esicasti (corrente di spiritualità orientale basata sulla ricerca della calma, della pace, del riposo e della tranquillità), non dubitavano che la pace dell’anima si irradiasse sul volto e pacificasse le passioni del corpo, i monaci del monte Athos dei secoli XIV – XV badavano molto al “metodo fisico”.  Questo “metodo” mette in rilievo l’aspetto opposto: i pacifici esercizi delle funzioni corporee tranquillizzano l’anima e la dispongono alla preghiera. Che cosa possiamo dedurre? Che anche il corpo partecipa alla preghiera, alla contemplazione, alla vita ascetica. Un corpo ben educato, nei movimenti, nelle posizioni, nei gesti rende armonica e completa l’elevazione dell’anima nella sua relazione con Dio, con i fratelli e con la realtà. D’altronde la stessa liturgia cristiana valorizza i gesti del corpo: in piedi, in ginocchio seduti, con le braccia elevate al cielo ecc.

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