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5 aprile: domenica delle Palme e della Passione del Signore.
SEGNO: alle ore 11.00, la famiglia riunita, secondo le proprie possibilità si affaccia al balcone o alle finestre di casa. Ognuno tenga in mano i rami di ulivo e/o di palma. Dal ballatoio della scala dell’ingresso principale della chiesa parrocchiale, il Parroco benedirà le palme. Una palma o un ramo di ulivo, sia legata all’inferriata del balcone o finestra della vostra casa, in modo visibile. Se possibile la famiglia segue la santa messa in diretta (o quella trasmessa dalla Parrocchia o in televisione).
Durante la giornata si legga insieme il testo della Passione del Signore.
Passione di Nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse:”Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?”.E quelli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. Il primo giornodegli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero:”Dove vuoi che prepariamo, per mangiare la Pasqua?”Ed egli rispose:”Andate in città , da un tale e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli.”I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse:”In verità vi dico, uno di voi mi tradirà “.Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli:”Sono forse io, Signore?”Ed egli rispose:”Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà . Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”.Giuda, il traditore, disse:”Rabbì , sono forse io?”Gli rispose:”Tu l’hai detto”.Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo:”Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”.Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo:”Prendete e mangiate; questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”.E dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro:”Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti “Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge”, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea.”E Pietro gli disse:”Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai”. Gli disse Gesù:”In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte”.E Pietro gli rispose:”Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò”.
Lo stesso dissero anche gli altri discepoli. Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli:”Sedetevi qui, mentre io vado di là a pregare”.E presi con se Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro:”La mia anima è triste fino alla morte, restate qui e vegliate con me “.E avanzatosi un poco, si prostrò con al faccia a terra e pregava dicendo:”Padre mio, se è possibile, Passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”.Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro:”Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me?. Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”.E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo:”Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà “.E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. E lasciatili, si allontanò di nuovo per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro:”Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l’ora nella quale il Figlio dell’uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina”.Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo:”Quello che bacerò , è lui, arrestatelo!”
E subito si avvicinò a Gesù e disse:”Salve, Rabbì “.E lo baciò. E Gesù gli disse:”Amico, per questo sei qui!”.Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse:”Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. Pensi forse che io non posso pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?”.In quello stesso momento Gesù disse alla folla:”Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi, Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti”.E allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono. Ora quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano già riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote: ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione. I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono:”Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”.Alzatosi il sommo sacerdote gli disse:”Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?”Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse:”Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”. “Tu l’hai detto”,gli rispose Gesù,”anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo”.Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo:”Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?”.E quelli risposero:”È reo di morte!”.Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, dicendo:”Indovina Cristo! Chi è che ti ha percosso?”.Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e gli disse:”Anche tu eri con Gesù, il Galileo”.Ed egli negò davanti a tutti:”Non capisco che cosa tu voglia dire”.Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti:”Costui era con Gesù, il Nazareno”.Ma egli negò di nuovo giurando:”Non conosco quell’uomo”.Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro:”Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!”Allora egli cominciò a imprecare e a giurare:”Non conosco quell’uomo”.E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: “Prima che il gallo canto, mi rinnegherai tre volte”. E uscito all’aperto, pianse amara mente. Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato. Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo:”Ho peccato perché ho tradito sangue innocente”.Ma quelli dissero:”Che ci riguarda? Veditela tu!”.Ed egli, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò ed andò ad impiccarsi. Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero:”Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue”.E, tenuto consiglio, comprarono con esso il campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu denominato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi. Allora si adempì quanto era stato scritto dal profeta Geremia: “E presero trenta denari di argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il Campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore”.Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo”Sei tu il re dei Giudei?”.Gesù rispose:”Tu lo dici”.E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse:”Non senti quante cose attestano contro di te?”.Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore. Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro:”Chi volete che vi rilasci, Barabba o Gesù chiamato il Cristo?”.Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire:”Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua”.Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò:”Chi dei due volete che vi rilasci?”.
Quelli risposero:”Barabba!”.Disse loro Pilato:”Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”.Tutti gli risposero:”Sia crocifisso!”.Ed egli aggiunse:”Ma che male ha fatto?”.Essi allora urlarono:”Sia crocifisso”.Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più , prese dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla dicendo:”Non sono responsabile di questo sangue; vedetevela voi!”.E tutto il popolo rispose:”Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”.Allora rilasciò Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù , lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso. Allora i soldati condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela misero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schermivano:”Salve re dei Giudei”.E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo. Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui. Giunti a un luogo detto Golgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: “Questi è Gesù , il re dei Giudei”. Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di la lo insultavano scuotendo il capo e dicendo:”Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei il Figlio di Dio, scendi dalla croce!”.Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano dicendo:”Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d’Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono il Figlio di Dio!”Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo. Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre. Gesù gridò a gran voce:”Elì , Elì , lemà sabactàni?”,
che significa:”Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano:”Costui chiama Elia”.E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano:”Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!”.E Gesù , emesso un alto grido, spirò .
SI FA UNA PAUSA DI SILENZIO. CHI PUO’ SI METTE IN GINOCCHIO.
Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù , sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e
dicevano:”Davvero costui era Figlio di Dio”.C’erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù . Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe, preso il corpo di Gesù , lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì , davanti al sepolcro, Maria di Magdala e l’altra Maria.Il giorno dopo, che era quello successivo alla Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo:”Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò . Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risuscitato dai morti. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!”E Pilato disse loro:”Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete”.Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.
Parola del Signore / Lode a te o Cristo
MEDITAZIONE – PREGHIERA
C’era entusiasmo intorno a te quel giorno, gioia di gente semplice che in te riconosceva il Messia atteso che arriva con la bontà disarmante di Dio. C’era euforia intorno a te quel giorno, canti di gente povera che ti proclamava come il profeta desiderato che realizza, finalmente, le promesse di Dio. Ma chi avrebbe immaginato, Gesù, quale scelta tu stavi compiendo davanti agli occhi di tutti, entrando a Gerusalemme a dorso d’asino? Quanto ti sarebbe costato, di li a poco, rinunciare ad ogni privilegio, ad ogni esibizione di forza, ad ogni gesto di potenza, per offrire solamente amore, un amore smisurato? Chi avrebbe potuto prevedere quanto sarebbe stata ripida la strada che dovevi percorrere? Strada di abbandono e di solitudine, strada di riprovazione e di condanna, strada di angoscia e di morte. Eppure, mentre entri nella città santa, accettando i segni di affetto della gente, tu sei disposto ad andare fino in fondo. Qualunque cosa capiti, tu sarai il servo disposto a prendere su di sé ogni sofferenza, il testimone che non si sottrae alla persecuzione e alla croce, il Figlio dalla fiducia incrollabile, pronto a donare tutto. Il tuo volto, Signore Gesù, è il volto del Dio dell’umiltà che ci ama fino a spogliarsi, fino a rendersi povero in mezzo a noi. Il tuo volto è il volto del nostro dolore, della nostra solitudine, della nostra angoscia, della nostra morte che tu hai voluto assumere perché non fossimo più soli e disperati. Fa’ che impariamo a riconoscere questa sconcertante rivelazione della tua onnipotenza, l’onnipotenza di chi ama fino a condividere la sofferenza, fino a lasciarsi crocifiggere per nostro amore. Insegnaci che cosa significa amare come tu ci ami, per accettare in silenzio di partecipare al tuo mistero di passione e morte e gustare con te e in te la gioia della vittoria piena e totale sulla divisione, sul peccato e sulla morte.