Seconda Domenica di Pasqua > Festa della Divina Misericordia
Dal vangelo di Giovanni 20,19-29
19La sera di quel giorno, il primo della settimana…venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù… 26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!»…
Riflessione
Il vangelo è celebrazione della risurrezione nella vita dei discepoli di Gesù, i quali lo incontrano nel cenacolo, luogo dell’esperienza eucaristica, e nel primo giorno dopo il sabato o ottavo giorno. L’incontro con Gesù risorto non è individuale, ma in comunità e nell’ottavo giorno (domenica). Tommaso la prima volta non c’era. I suoi amici gli raccontano, ma non ci crede. Rimane con la sua tristezza. Non vuol dire che non ha fede, ma che non ha fatto ancora esperienza del risorto. Tommaso sta vivendo tutta la difficoltà di ciò che era accaduto in quei giorni, la morte del maestro, dell’amico e quindi è chiuso alla speranza. Ma dove va, dove cerca? Tommaso non si allontana dai suoi amici; deluso, ma rimane lì. E, otto giorni dopo, Gesù viene ancora. E stavolta viene proprio per lui. Gli mostra i segni della croce. E’ come dire: lo so che hai sofferto, ma vedi, tocca: anch’io ho sofferto! E’ la condivisione della sofferenza! Il mistero delle ferite di Cristo apre il cuore di Tommaso. Lo riconosce e lo adora: Signore mio e Dio mio! E’ come sentire oggi i lamenti e le accuse di tanta gente in questa situazione di malattia e di morte. Ma Dio dov’è, Gesù dov’è? Non sa darsi risposte e neanche noi abbiamo le risposte. Possiamo raccontare questa esperienza di Tommaso. A quanti sono stanchi, sofferenti, sfiniti, presentiamo Gesù che dice: Anch’io ho sofferto e sono qui con voi “risorto. Ecco gli insegnamenti che emergono da questo vangelo: 1) Per incontrare il risorto c’è bisogno di trovarsi insieme (due o più riuniti nel suo nome e nello stesso giorno, l’ottavo): Gesù risorto sta nelle relazioni. La dimensione della fede individuale è un inganno. Non basta! 2) A Gesù ci si presenta con tutto se stesso, con le proprie ferite e le proprie tristezze. Lui capisce tutto di noi perché c’è già passato: mostra le mani ed il costato. Si presenta a noi risorto non per darci delle risposte, ma per dirci che le sofferenze nostre e del mondo egli le porta su di sé e le trasfigura. 3) Ed infine la sua presenza ci dona “pace” e ci coinvolge nella missione. Che fai? Stai a lamentarti sui mali del mondo, sul buio? Non serve. Ricevi lo Spirito Santo e porta la misericordia e l’abbraccio di Dio. Vai a vedere e toccare le “piaghe” di Cristo nel buio di questo mondo. Non stare ricurvo su di te, ma vai e, nel buio, accendi un fiammifero. Dio lo trasformerà in un incendio d’amore e di salvezza.