30 aprile 2021
Che idea abbiamo dell’umiltà? Sottomissione? Remissività? Stare sempre in ombra per non creare problemi? Buonismo? Tutto questo si chiama inconsistenza. L’umiltà è verità e si oppone alla superbia come auto – esaltazione. L’umile si relaziona con la realtà in modo vero, senza sopravvalutarsi e senza autodistruggersi. La consapevolezza del valore che si ha davanti a Dio libera da quel bisogno di essere lodati, esaltati, onorati, preferiti dagli uomini, andando dietro a quella gloria inconsistente che dona il mondo. L’umile, da una parte, ha l’intuizione costruttiva delle proprie fragilità e, dall’altra, sa riconoscere i propri pregi e ne è grato. Si naviga così nella vita sana. Ricordare la propria vulnerabilità non fa montare in superbia; così facendo ci si custodisce, si sta attenti perché si ha coscienza della propria preziosità e bellezza. Si sta attenti a non cadere nella menzogna e si mette in moto la propria unicità e creatività nella direzione del vero e del bello. Non si sviluppa così un io ansioso e desideroso di esaltazione ad ogni costo.