3 febbraio 2021
Abbiamo detto che laddove si viene creati si viene anche infettati, eppure è proprio qui che si inizia a guarire. Facciamo un esempio. Se una coppia in crisi viene a chiedere aiuto, si comincia dall’ascoltarli con calma, e se la situazione è grave, cosa si fa? In una situazione di vera crisi è da ingenui e presuntuosi pensare di dare subito delle indicazioni realmente risolutive. Bisogna capire che il processo che ha portato queste due persone alla distruzione della loro felicità, a star male, a non capirsi più, a non amarsi, a non perdonarsi, è una dinamica che ormai sta dentro la loro storia; è diventata un modo di gestire le cose secondo questa dinamica. Significa che queste due persone sono arrivate a questo stadio perché hanno governato male il loro matrimonio e la loro vita a partire da convinzioni interiori che si sono rivelate distruttive. Allora se gli fornisco degli strumenti per ripartire, per quanto buoni possano essere, come li useranno? Con la stessa sapienza infetta che li ha condotti al punto che sono. E allora? Che cosa posso dire loro? Direi questo: “ …ho capito che siete messi male. Quello che dovete fare adesso è un bel niente. Il punto di partenza per uscire da questo disastro non è che facciate non so che cosa, ma che vi mettiate in ascolto. Perché questo discorso? Guardiamo a livello individuale: se non parto dal contestare la mia sapienza continuerò a fare le cose come le ho fatte finora e qualunque consiglio io riceva, vado a finire sempre nella stessa buca. Finchè non cambia il mio discorso interiore rifaccio tutti gli errori che ho fatto finora. Il problema più grave non è cosa si sta facendo, ma il come. Se non cambia quello è tutto una perdita di tempo. Bisogna ascoltare qualcos’altro. Non è a caso che il più importante comando di tutto l’Antico Testamento suona così: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore”. Il profeta Geremia dice: “Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore”. Lo scopo è quello di far entrare la sapienza nel proprio cuore; avere cioè nel cuore la volontà di Dio. Come si fa a metterla dentro?