Chiesa Madre di Diamante

Mondanità e concupiscenza

tramonto

12 maggio 2021

Ritorno al diario del 1965/66: Mi è stato detto, sia nella fanciullezza che nell’adolescenza, che nella vita l’uomo si trova a combattere con tre nemici: i demoni come esseri spirituali ribelli a Dio, le proprie passioni e la mondanità.

Mi sono soffermato, nei pensieri precedenti al nemico numero uno, il diavolo. Ma ci sono altri due nemici, manovrati da lui e sono il mondo e la concupiscenza. Ci viene in aiuto la Parola:

“Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1Giovanni 2:15-17).

Non sempre dietro una tentazione c’è un demonio che, personalmente, sta cercando di indurci al peccato. Il più delle volte per subire la tentazione ci bastano il “mondo” e la nostra “concupiscenza“. Il mondo, con i suoi falsi idoli, ci fornisce continuamente motivi di tentazione: sesso, potere, soldi, successo, superbia… Tutto, nel mondo, visto e vissuto senza Dio, può concorrere alla nostra dannazione. Ma non basta. Al mondo va ad aggiungersi la nostra concupiscenza. Pur essendo battezzati, infatti, manteniamo un’inclinazione al male a causa dell’antica ferita prodotta in noi dal peccato originale (Catechismo della Chiesa Cattolica n.405). È vero che con il Battesimo il nostro peccato originale è stato cancellato, ma la nostra natura ne ha comunque subito un indebolimento che ci porta a dover vivere un continuo combattimento spirituale.

Sono tre i tipi di concupiscenza che attraggono: quella della carne, quella degli occhi e quella della ricchezza (1 Gv 2,16).

Tutti sappiamo quanto possano essere forti i desideri della carne. È Gesù stesso a dircelo: “Lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Mc 14,38). Conosciamo già la via per vincere. Dobbiamo vigilare e pregare.

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