7 luglio 2021
Esercitarsi a non odiare. Lo chiede Gesù. Magari scatta una reazione contro un’ingiustizia fatta nei confronti di una persona debole. Ci giustifichiamo che “quando ci vuole ci vuole”. Non è così che si combatte l’ingiustizia. Non è con la violenza, la rabbia, l’odio. Spesso in noi ribolle il sangue di fronte al male. Ma non si può rispondere con altro male. La via più giusta è quella di lottare con se stessi per non esplodere. Se non accettiamo il modo di essere e di fare del violento, dell’iracondo, del superbo, non possiamo subito dopo comportarci allo stesso modo. Non si paga mai con la stessa moneta. Fuori dal nostro orizzonte “l’occhio per occhio e dente per dente”. Il fuoco della vendetta sta dentro di noi. E’ in questo luogo, in noi, che lo dobbiamo spegnere. Mi è capitato di parlare o agire d’istinto. Poi però mi sono detto: avrei fatto meglio a non essere impulsivo. Consiglio sempre di non rispondere all’istante. Se aspetti, se ti prendi un po’ di tempo, rispondi diversamente: col dialogo, con la pacatezza; a volte, col silenzio. Ed è doppia vittoria: sul tuo istinto e sul cambiamento di chi ti sta di fronte e che, lì per lì, avresti maltrattato.