Recita del Santo Rosario > Misteri della gioia: Lettera di Giacomo cap. 3 con commento tratto dall’Ufficio catechistico della Diocesi di Pistoia
Inizio
Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e
della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu
concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno
risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente;
di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa
Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la
risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre….
Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal
fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più
bisognose della tua misericordia.
Primo mistero della gioia: L’ANNUNCIO DELL’ANGELO A MARIA
Contro l’intemperanza del linguaggio
[1]Fratelli miei, non vi fate maestri in molti, sapendo che noi riceveremo un giudizio più severo, [2]poiché tutti quanti manchiamo in molte cose. Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. [3]Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo. [4]Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e vengano spinte da venti gagliardi, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole chi le manovra.
Riflessione
Nel capitolo tre Giacomo affronta un altro aspetto della vita umana che può rendere vano il cammino di perfezione del credente e rendere vana la fede: la lingua. L’uomo perfetto infatti, afferma l’apostolo, è uno che “non inciampa a causa della lingua”, e per questo ha il potere di “condurre tutto il suo corpo” (3,2). Il capitolo in realtà è iniziato con un invito a non essere troppo spesso maestri, persone che vogliono insegnare. L’insegnamento ha chiaramente a che fare con la parola parlata o scritta o comunicata via social. Quando Giacomo utilizza il termine “lingua” lo associa ad una serie di immagini che è utile elencare perché ci aiutano a capire la reale portata del suo argomentare: la lingua è ciò che “guida l’intero corpo” (3,2); è la briglia o il morso con cui si guidano i cavalli (3,3); è il timone che orienta il cammino della nave (3,4).
1 Padre Nostro – 10 Ave Maria – 1 Gloria – Gesù mio….
Secondo Mistero della gioia: LA VISITA DI MARIA AD ELISABETTA
[5]Così anche la lingua: è un piccolo membro e può vantarsi di grandi cose. Vedete un piccolo fuoco quale grande foresta può incendiare! [6]Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna.
Riflessione
La lingua è un membro della persona che ha la forza di un fuoco (3,5); ha il potere di vantarsi (3,4), di contaminare e incendiare tutta la nostra vita (3,6). Giacomo arriva quasi a personificare la lingua che definisce “indomabile”, “un male senza posa”, “piena di veleno”, strumento con cui si benedice o si maledice; un albero che può dare frutti buoni o frutti cattivi; “un mondo di male” (3,5)! Questo elenco aiuta a cogliere la forza retorica con cui Giacomo vuole sottolineare un tema decisivo nella vita quotidiana dei credenti, sia quando sono nel mondo che nella chiesa. La lingua, il modo con cui si parla, quello che si dice, il modo con cui attraverso le parole ci mettiamo in relazione con gli altri determina la qualità delle relazioni, può produrre un mondo di male o può produrre il bene. La parola detta è per Giacomo ben più delle semplici parole, perché è lo strumento attraverso la quale si favorisce nelle relazioni con le persone, nella chiesa e nel mondo, la costruzione del bene.
1 Padre Nostro – 10 Ave Maria – 1 Gloria – Gesù mio….
Terzo mistero della gioia: LA NASCITA DI GESU’ A BETLEMME
[7]Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dalla razza umana, [8]ma la lingua nessun uomo la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale. [9]Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. [10]E’ dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. Non dev’essere così, fratelli miei! [11]Forse la sorgente può far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara? [12]Può forse, miei fratelli, un fico produrre olive o una vite produrre fichi? Neppure una sorgente salata può produrre acqua dolce.
Riflessione
L’esortazione di Giacomo che sembra senza speranza quando dice che la lingua è “indomabile”, un “mondo di male”, ha lo scopo di metterci in guardia dal sottovalutare questo aspetto, e soprattutto di prepararci al rimedio, di esortarci a dominare ed educare la lingua, la comunicazione: “le cose non devono andare per forza così” (3,10). Quest’ultima frase è chiara: le cose possono essere diverse, si può cambiare, il nostro modo di comunicare può e deve produrre una buona condotta, un modo di vivere bello, che esprima la sapienza di Dio (3,13). La lingua di cui parla Giacomo è ogni forma di comunicazione, nei contenuti e nella forma, attraverso la quale esprimiamo noi stessi e determiniamo una serie di conseguenze nelle persone e nell’ambiente dove ci troviamo. L’attenzione a come comunichiamo è un tema decisivo. Tutti sanno per esperienza che dire una cosa o non dirla, comunicarla in un modo o in un altro, dirla al momento giusto o in quello sbagliato, sottolineare un aspetto negativo invece di uno positivo, imprimere fiducia o disprezzo, giudizio o comprensione, affetto o indifferenza; tutto questo può cambiare di molto l’esito della nostra comunicazione e produrre conseguenze molto diverse. Essere consapevoli di come e cosa comunichiamo è decisivo nel cammino di perfezione di un credente ma anche nell’edificazione della comunione nella chiesa, in famiglia e in società. L’immagine finale della lingua come una “sorgente” (3,11) aiuta a chiarire che il problema spesso è il cuore. In questo Giacomo non fa che ripetere l’insegnamento del Signore Gesù quando afferma che “è ciò che esce dalla bocca che rende l’uomo impuro” (Mt 15,11),
1 Padre Nostro – 10 Ave Maria – 1 Gloria – Gesù mio….
Quarto mistero della gioia: LA PRESENTAZIONE DI GESU’
AL TEMPIO E LA PURIFICAZIONE DI MARIA
La vera e la falsa sapienza
[13]Chi è saggio e accorto tra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere ispirate a saggia mitezza. [14]Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità. [15]Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrena, carnale, diabolica; [16]poiché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni.
Riflessione
L’apostolo esorta i credenti a “mostrare con la buona condotta che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza”. Occorre sempre domandarsi se le nostre parole producono in noi e negli altri una “bella condotta”, se questo non avviene vuol dire che dobbiamo domandarci: “che sapienza esprime” ciò che ho detto e ciò che fatto? Viene da Dio? Perché le mie parole hanno prodotto conseguenze negative? A volte dipenderà da noi, a volte dagli altri, altre ancora dalle circostanze. Questo tipo di lavoro su di sè permette al credente di mantenere vivo il suo desiderio di conformarsi a Dio, lo rende consapevole della complessità della vita e dell’umanità delle persone. Da una parte dunque ci si deve sempre domandare qual è l’orizzonte, la sapienza che ha ispirato il nostro modo di parlare: è il vangelo, lo Spirito di Dio, o sono altri istinti, passioni, ambizioni, visioni di vita? Dall’altra bisogna vigilare attraverso l’analisi delle conseguenze delle nostre azioni, delle reazioni nostre e altrui, l’effetto della nostra comunicazione. Spesso è proprio questo tipo di lavoro che ci permette di capire cosa abbiamo davvero nel cuore, che ci aiuta a scovare le ombre che ancora persistono in noi, dove la luce di Dio ancora non è giunta e dove ancora si annidano immaturità o ambizioni che ci condizionano nel modo di parlare, agire, comunicare. Tutto questo produce una “mite sapienza” (3,13), che è la consapevolezza di chi sa che le vie attraverso le quali il bene, la sapienza di Dio, diventa carne, quotidiano, sono complesse e a volte difficili da comprendere. Ma si continua a camminare verso il bene con fiducia.
1 Padre Nostro – 10 Ave Maria – 1 Gloria – Gesù mio….
Quinto mistero della gioia: GESU’ TRA I DOTTORI AL TEMPIO
[17]La sapienza che viene dall’alto invece è anzitutto pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia. [18]Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace.
Riflessione
Nella parte finale del capitolo (3,13-18) Giacomo mostra con esempi pratici quei comportamenti a cui dobbiamo porre attenzione perché ci permettono di distinguere la sapienza che viene da Dio da tutto ciò che invece vi è contrario come invidie, divisioni, gelosie, e l’elenco potrebbe continuare. Certo è che la Sapienza di Dio produce frutti chiari: pace, mitezza, misericordia e giustizia. Quando queste cose mancano il nostro modo di comunicare non è ispirato dalla sapienza di Dio, e il nostro cuore deve ancora essere purificato. Solo Dio è sapiente, per questo, ci si deve sempre ricordare che “tutti manchiamo in molte cose” e che solo facendoci poveri, miti, potremo lasciarci guidare dalla sapienza di Dio: Lui “che guida i miti nella giustizia e insegna loro le sue vie” (Sal 25,9).
1 Padre Nostro – 10 Ave Maria – 1 Gloria – Gesù mio….
Salve Regina
Salve Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
Litanie Lauretane
Signore, pietà
Cristo, pietà
Signore, pietà.
Cristo, ascoltaci.
Cristo, esaudiscici.
Invocazioni alla SS. Trinità
Padre del Cielo, che sei Dio; Abbi pietà di noi
Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio; Abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio; Abbi pietà di noi,
Santa Trinità, unico Dio; Abbi pietà di noi,
Litanie alla Madonna
Santa Maria, prega per noi
Santa Madre di Dio, prega per noi
Santa Vergine delle vergini, prega per noi
Madre di Cristo, prega per noi
Madre della Chiesa, prega per noi
Madre della divina grazia, prega per noi
Madre purissima, prega per noi
Madre castissima, prega per noi
Madre sempre vergine, prega per noi
Madre immacolata, prega per noi
Madre degna d’amore, prega per noi
Madre ammirabile, prega per noi
Madre del Buon Consiglio, prega per noi
Madre del Creatore, prega per noi
Madre del Salvatore, prega per noi
Madre di misericordia, prega per noi
Vergine prudentissima, prega per noi
Vergine degna di onore, prega per noi
Vergine degna di ogni lode, prega per noi
Vergine potente, prega per noi
Vergine clemente, prega per noi
Vergine fedele, prega per noi
Specchio della santità divina, prega per noi
Sede della Sapienza, prega per noi
Causa della nostra letizia, prega per noi
Tempio dello Spirito Santo, prega per noi
Tabernacolo dell’eterna gloria, prega per noi
Dimora tutta consacrata a Dio, prega per noi
Rosa mistica, prega per noi
Torre di Davide, prega per noi
Torre d’avorio, prega per noi
Casa d’oro, prega per noi
Arca dell’alleanza, prega per noi
Porta del cielo, prega per noi
Stella del mattino, prega per noi
Salute degli infermi, prega per noi
Rifugio dei peccatori, prega per noi
Consolatrice degli afflitti, prega per noi
Aiuto dei cristiani, prega per noi
Regina degli Angeli, prega per noi
Regina dei Patriarchi, prega per noi
Regina dei Profeti, prega per noi
Regina degli Apostoli, prega per noi
Regina dei Martiri, prega per noi
Regina dei confessori della fede, prega per noi
Regina delle Vergini, prega per noi
Regina di tutti i Santi, prega per noi
Regina concepita senza peccato originale, prega per noi
Regina assunta in cielo, prega per noi
Regina del santo Rosario, prega per noi
Regina della famiglia, prega per noi
Regina della pace, prega per noi.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, ascoltaci, o Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Preghiere di conclusione
Prega per noi, Santa Madre di Dio.
E saremo fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo: Concedi ai tuoi figli, Signore Dio nostro, di godere sempre la salute del corpo e dello spirito, e, per la gloriosa intercessione di Maria santissima, sempre vergine, salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci alla gioia senza fine. Per Cristo nostro Signore.
Amen
1 Padre – Ave – Gloria secondo le intenzioni del Papa
3 Eterno riposo per i defunti