4 gennaio 2021
Se ho paura di non appagarmi e di non esser mai soddisfatto sarà forse perché nella mia storia ci sono state tante frustrazioni che ora voglio ancora compensare. Se sono ossessionato dal perfezionismo e sono scontento di me stesso, forse sarà perché nella mia vota sono stato confrontato con modelli inarrivabili; e quando sono messo sotto esame, sono valutato secondo misure irreali. Se ho paura di non essere importante e quindi di non riuscire ad affermarmi, sarà forse perché tante volte sono stato scartato, trascurato, denigrato, messo in dubbio. E se ho paura di soffrire, sarà forse perché ho sofferto oppure ho visto soffrire. Gli esempi possono essere ancora tanti. Ognuno deve poter verificare il percorso di vita personale. Se le paure hanno una storia significa che seguono una razionalità, hanno un senso ed un contenuto. Non sono irrazionali e senza logica. Bisogna scoprire che cosa dice una paura alla nostra storia. Sappiamo infatti che le paure non sono tutte negative. Ce ne sono anche costruttive. Nella Bibbia infatti si parla di Timor di Dio, che risulta esser uno dei sette doni dello Spirito Santo. Il Timor di Dio mette in movimento paure costruttive come quella di far male alle persone, quella di buttar via la propria vita o di non comportarsi in modo giusto con gli altri. Queste ed altre paure hanno una storia ed una logica. E così le persone sagge hanno paure giuste. Ci sono buoni desideri e buone paure. Sono come il pedale per accelerare e quello per frenare. Sono utili tutte e due. Le buone paure non rovinano, ma custodiscono le relazioni.