Il Caffè della Bellezza > Povertà in spirito
La consapevolezza del proprio essere in “povertà” significa che nessuno di noi basta a se stesso, è autosufficiente; significa dare nomi ai bisogni veri perché il proprio essere maturi nel bene e nel bello. E’ come quando l’artista vuole realizzare un’opera su tela. Parte dalla propria povertà. Cerca un’ispirazione; ha bisogno di una tela, di un cavalletto, della tavolozza, della matita, dei vari colori e di altro ancora. Così nella vita: non abbiamo imparato a camminare da soli; non ci siamo nutriti da soli; qualcuno ha curato il nostro corpo; non abbiamo imparato a parlare da soli; qualcuno ci ha amato ed abbiamo imparato ad amare; qualcuno ha gioito e sofferto per noi ed abbiamo imparato a gestire gioia e dolore. Ecco quindi una “povertà” che man mano ci ha aiutato e ci aiuta a definire il camino della nostra vita; una povertà che ha creato e crea la compagnia di volti, il susseguirsi di fatti, la varietà di sentimenti che hanno riempito e riempiono il cuore, che hanno sanato e sanano ferite. E tutto questo non bastava e non basta. C’è il sentire il bisogno di un Qualcun e di un Qualcosa di più alto, di più bello per dare ossigeno e vita alla dimensione spirituale che scopriamo esserci in noi.