Il caffè della Bellezza > 1400 – 1700
A Napoli nel 1400 incontriamo i primi veri scultori di figure del presepe. Nel 1600 nasce la teatralità propria del presepio napoletano capace di mescolare sacro e profano.
Oltre alla natività si mettono in scena anche arti e mestieri, mostrando la quotidianità di vie e piazzette in cui il popolo si muove, lavora. C’è spazio anche ai derelitti, agli umili. Gesù viene fatto nascere tra loro: povero tra i poveri, umile tra gli umili. Giuseppe Sanmartino, il più grande scultore napoletano del ‘700, fondò una vera e propria scuola del presepe. I soggetti stabili messi in scena sono per esempio il pescatore, il monaco, la zingara, i due compari, il vinaio e tanti altri. L’arte presepiale si diffuse nelle case delle famiglie più insigni delle città. Ma soprattutto a Napoli, il presepe raggiunse livelli espressivi originali e ricercatissimi, divenendo motivo di vanto per le famiglie che facevano a gara per avere il presepe più sfarzoso. A questo scopo, i nobili non badavano a spese e commissionavano ai loro scultori di fiducia lavori imponenti, realizzati con materiali sempre più preziosi, e ai presepi dedicavano intere stanze delle loro residenze per farne sfoggio durante i ricevimenti e le feste private.
Il Settecento quindi è riconosciuto come il periodo più fiorente per il presepe. Si diffonde rapidamente in gran parte d’Italia e veniva già declinato nelle differenti tradizioni popolari (napoletano, genovese, bolognese, etc).
In questo periodo venne istituita a Bologna la fiera di Santa Lucia, un mercato annuale (che ancora oggi richiama migliaia di appassionati da tutto il mondo) dove venivano esposte le statuine realizzate dagli artigiani locali.