10 maggio 2021
Mi pongo una domanda: so che il bene più grande pe me è l’amore di Dio. Perché scelgo di rinunciarvi e cedo alla tentazione?
Nella mia vita, come in quella di ciascuna persona, entra in azione il tentatore. Egli è abilissimo nel farmi credere che il peccato, in verità, non sia altro che un bene desiderabilissimo, che nel peccato c’è più libertà che nel seguire i precetti e gli insegnamenti di Dio. Mi vuole fra credere che i Comandamenti non servono a nulla, che sono solo delle inutili restrizioni alla mia libertà. Quante volte, nel momento della tentazione, si insinua in me l’idea che commettere quel determinato peccato non sia poi così grave, che in fondo lo fanno tutti, che per lo più non c’è niente di male.
E così quando sto per commettere un peccato, nella mia mente, quel peccato – che è un male – si configura come un “bene” desiderabile. E’ anche vero però che, nell’intelligenza, ho la consapevolezza che ciò che il demonio mi prospetta come “bene” di fatto è un bene effimero che in realtà porta con sé un autentico male: il peccato.
Il demonio è un maestro nel confondere le carte, nel falsare la verità. Dio glielo permette per sottopormi a prova; mi ritiene capace di superarla per imparare ad amarlo sempre più di un amore libero e incondizionato. Il demonio dal canto suo fa il suo dovere; cerca di farmi cadere! Ecco di nuovo la Parola del Vangelo: “Simone, Simone, ascolta! Satana ha ottenuto il permesso di vagliarvi come si vaglia il grano” (Lc 22,31). Ma la stessa Parola rincuora quando afferma che “Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze” (1 Co 10,13). Pertanto tutte le volte che ho peccato o pecco, non è colpa di Dio o di altri, ma soltanto è colpa mia. Avrei potuto dire “no” e così crescere nell’amore verso Colui che mi ama!