29 dicembre 2020 > Farsi le domande
I sintomi sono tanti, ma le paure sono poche. Alcune paure sono una declinazione dello stesso tipo di timore. Ad esempio: orgoglio e superbia derivano dall’unica paura che riguarda il “proprio nulla”. La stessa paura genera diversi atteggiamenti. Tante volte si agisce sui sintomi. Lo sappiamo che serve poco, anche se in qualche modo si riesce a gestire se stessi. Bisogna andare nel movimento nascosto della nostra anima, dove il flagello della paura colpisce e produce gli atteggiamenti sbagliati. Di fronte ai nostri peccati e cantonate facciamo bene a chiederci: che cosa voglio evitare comportandomi così? Che cosa ho paura di perdere? Che cosa difendo? Qual è l’immagine disastrosa che mi appare come spauracchio? E quando si prova a rispondere è bene tenere un atteggiamento raziocinante e non passionale. E’ necessario andarci con doppia cautela: aprirsi ed avere tanta tenerezza per se stessi, e non preoccuparsi se si non si sa rispondere. Tante volte non sappiamo rispondere subito perché si è troppo chiusi in sé, ma la domanda comunque inizia ad aiutarci. E’ importante lasciar scorrere le risposte, e se qualcosa rimane nell’oscurità non importa; bisogna sapere attendere. Nella vita spirituale le forzature non sono buone e non servono. Intanto questa domanda è stata acquisita dal cuore: perché mi comporto così? Con che paura sono in contatto? E’ già una cosa buona che non ho paura a farmi tali domande.