6 novembre 2020
Il pensiero cattivo della superbia
La superbia viene considerata come il colmo di tutti i vizi e peccati. C’è una doppia superbia, quella grave e quella meno grave. Gli autori orientali parlano di due vizi simili, ma diversi: la vanità e la superbia. In ambedue i casi ci attribuiamo qualche bene per il quale vogliamo essere stimati. Quel bene è proprio merito nostro? Insomma cerchiamo un po’ o tanta “gloria”. C’è una gloria seria ed una vana: vantarci di qualcosa che è degna di ammirazione o amiamo essere lodati per delle cose piccole, ridicole e vane. Gli asceti affermano che l’unica cosa che merita la gloria è la grazia, cioè la partecipazione alla vita di Dio. Ma di essa non siamo noi gli artefici, bensì è Dio che ci rende partecipi della sua gloria. Il cristiano non la attribuisce a sé, ma solo a gloria di Dio. Crede infatti che sia solo un dono ricevuto, ma non meritato. L’immagine biblica della superbia ce la descrive Lc 8,11: Il fariseo prega dicendo: “ O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri e neppure come questo pubblicano”. Ciò che di bello, di buono, di ammirevole c’è in noi è “dono di Dio” e così va vissuto. Ovviamente a questi doni si corrisponde con l’accoglienza, l’impegno a metterli a frutto e a servizio, la responsabilità, la gratitudine ed il ringraziamento. Si passa così dalla superbia o dalla tendenza alla superbia all’umiltà. Quale via costruisce di più e meglio? Decidi tu.