7 dicembre 2020
La cultura ebraica divide le fasi della vita femminile indicandole con tre termini: 1) bambina con tutte le caratteristiche dell’infanzia; 2) vergine (col primo ciclo mestruale),uguale a nubile, nel senso che non è più bambina, ma nello stesso tempo non è né sposa né madre; 3) donna: compiutamente tale quando diventa madre. Una logica simile vale anche per i maschi. Perché questa spiegazione? Nelle due donne del passo evangelico troviamo comune il numero dodici, ma anche il fallimento di un passaggio. La bambina sta morendo nel momento di diventare una ragazza e l’adulta, per il suo problema, non può diventare madre. La sua emorragia, secondo le regole ebraiche, le impedivano ogni contatto fisico. Non è detto se fosse sposata o no, ma di certo in questi dodici anni non ha potuto avere figli. In conclusione, la ragazza muore prima di diventare donna e l’altra non può essere sposa e madre.
Quali insegnamenti per noi? La bambina è immagine di un male molto più grande, che si riscontra molto ai nostri tempi. Tantissimi oggi non riescono a diventare esistenzialmente fertili. Si muore cioè sulla soglia della vita che porta alla vita adulta. In sostanza tanti restano infantili, chiusi nella vita che precede la pubertà, eterni pre-adolescenti che non operano il salto nella maturità. Si ha un corpo che funziona perfettamente, capace anche di praticare gli atti propri della sessualità, ma immaturi. Ci sono uomini e donne adulti che hanno una vulnerabilità affettiva di bimbi di sette anni. Una vita acerba ed incompiuta. Sono persone irrisolte, incompiute; magari fertili nel corpo, ma sterili nel cuore. Sono eterni figli che non si possiedono, per cui la loro vita oscilla tra il gioco e l’ossessione. Sono bocche da sfamare e non diventano mani che sfamano. Il vuoto di un salto che non hanno mai operato alimenta il ritmo di un bisogno di appagamento senza regole, perché manca la maturità. Assomigliano a quegli uccellini che non spiccano mai il volo. Di conseguenza incapaci di assumersi le proprie responsabilità.